Capone Architetture

 

 

 

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Capone in arte Architetto

 

Questa pagina accoglie e documenta parte del mio lavoro con alcuni fra i molti progetti e idee

relative a spazi urbani ed edifici pubblici. Si tratta soprattutto, per coerenza al sito che l’accoglie,

di concorsi e non della attività professionale in senso stretto. Architetture Disegni Illustrazioni

compongono un alfabeto di segni e di immagini cui attingere per definire lo stile e il linguaggio

che ha caratterizzato anche  tutta la mia  attività professionale. Un progetto di resistenza al

modernismo imperante che ha provocato tanti danni soprattutto ai piccoli centri urbani. I

progetti illustrati sono rivolti soprattutto a questi luoghi non ancora  compromessi

e dove con piccoli e mirati interventi sarebbe possibile ristabilire un equilibrio perduto.

 

 

 

 

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Salviamo S. Cristina, performance 2015

 

 

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Architettura in costruzione: disegno degli allievi di una scuola media di Caorso 1992

 

 

 

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Metamorfosi 1983 ed. Epicentro R. Pilari La metamorfosi della colonna

 

 

 

Progetti:

 

LOMAZZO

 

BARLASSINA

 

COMO

 

GONZAGA

 

SORESINA

 

CANZO

 

 

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Rodolfo Pilari Lomazzo, progetto per Piazza Volta, 2021

 

 

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Alessandro Volta

 

 

 

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Stato attuale di Piazza Volta

 

 

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Progetto: sullo sfondo la Torre dell’Orologio, il Portico e la Scultura

 

 

Una strada attraversa un borgo. Quando le case si discostano in un punto il tema rettilineo si

interrompe. Così incomincia una Piazza. Che cosa è dunque una piazza?

……………………………..

 

Stato di fatto: Piazza Volta è l’unico spazio civile pubblico di Lomazzo che ha la struttura e i requisiti

per essere definito una Piazza. “ la chiusura del suo spazio ” innanzi tutto, la presenza di edifici

perimetrali di un certo pregio architettonico, oltre al collegamento fisico e prospettico con la piazza

religiosa antistante la chiesa di San Vito. La sua decadenza e il suo grigiore attuale hanno suscitato

l’attenzione e il desiderio della sua rinascita in tanti cittadini. La piazza è il luogo dove la gente si ritrova.

La bellezza e Il suo decoro sono il vanto di ogni città.

 

Come Architetto e abitante di questa città, inizio la presentazione di questi miei lavori con questa semplice

idea, poco più che un appunto, per Piazza Volta. È il primo progetto di resistenza, come di resistenza sono

tutti i progetti che vengono presentati di seguito. Attualmente l’Amministrazione

Comunale prevede di abbattere l’isolato storico, che in questa idea contiene il Portico, la Torre

dell’Orologio e ne prevede la ristrutturazione, modificando sostanzialmente la morfologia consolidata

dell’area. L’armonia, la forma contratta, il sapiente equilibrio attuale tra invaso ed edifici che lo

definiscono viene cancellato, trasformando irrimediabilmente una Piazza in un piazzale.

 

Il progetto: il progetto tiene conto di quanto sopra esposto, tende pertanto a trasformare, assecondando

le proprie potenzialità, lo spazio esistente, configurando una soluzione in continuità con la

tradizione. A tale scopo vengono individuati alcuni elementi tipologicamente finiti, i quali collocati

nei punti critici dello stesso, contribuiscono a definire la rinnovata forma urbana. Tali elementi sono:

la Torre dell’Orologio ( in forma contenuta fa da controcanto al campanile di San Vito oltre che

immagine simbolica ); il Portico ( la tradizione dei portici nelle piazze italiane ); la Scultura ( l’importanza

estetica delle sculture in passato nelle nostre città ), infine la Pavimentazione sulla quale insistono

tutti questi elementi e pertanto predisposta in materiale nobile ( in pietra naturale posata ad opus

incertum e contenuta entro guide convergenti al centro verso la scultura ). Un progetto pertanto, in stile

classico, figurativo, facilmente riconoscibile nei suoi elementi tipologici costitutivi e in

opposizione a molte soluzioni moderniste imperanti per questi luoghi.

 

 

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Rodolfo Pilari Barlassina, progetto per Piazza Cavour 1991 

 

 

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La chiesa di S. Giulio vista da Piazza Cavour

 

 

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Nuova porta di ingresso a Piazza Cavour

 

 

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Piazza Cavour:  vista della Porta di ingresso

 

 

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Vista generale di Piazza Cavour

 

 

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Planimetria generale del progetto

 

 

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Planimetria di Piazza Cavour con le nuove architetture

 

 

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Abaco delle nuove architetture

 

 

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La nuova Porta di accesso a Piazza Cavour vista dall’interno

 

 

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L’accesso esterno a Piazza Cavour

 

 

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Sezione e prospetto laterale della  Porta

 

 

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Piante dei vari livelli

 

“L’intento dichiarativo lascia spazio nel progetto Pilari, ad una interpretazione del sito che vorrei definire

neorealista, non fosse per la finezza ed il gusto sicuro che lo informano. Irregolarità ed incompletezza

sollecitano in questo caso il perfezionamento di una cortina edificata ininterrotta, materiata di

autentici edifici tra loro diversamente connotati, caso per caso, quanto a giacitura, stereometrie, soluzioni

paramentali, che determina i confini del rinnovato cuore urbano. Tale tracciamento è tanto acuto da fare

accantonare, come persino banale, la necessità di formalizzare distintamente i due invasi, civile e

religioso. E’ un progetto il quale, più che giustapporre ed addizionare, rivela le qualità architettoniche

e spaziali dell’ impianto originario. Si vedano, per tutte, le soluzioni degli affacci dei due solidi

emblematici della Chiesa e del Municipio. Questo, reinventato come fondale arretrato in una misurata

sequenza prospettica, quella, rinnovata come avancorpo o volume prominente”. Marco Porta

 

 

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Vista prospettica di Piazza Cavour

 

 

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Rodolfo Pilari Como Città Murata, progetto di un Edificio Pubblico 1997

 

 

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Mappa di Como 1850

 

Obiettivi del progetto: il progetto si propone il conseguimento dei seguenti obiettivi:

la realizzazione di un edificio che abbia in sé caratteristiche di grande flessibilità e permeabilità

funzionale nel tempo, pur mantenendo un impianto di grande chiarezza ed efficacia compositiva;

la integrazione urbana e ambientale con particolare attenzione alla tradizione storica della città

di Como;la integrazione ed interconnessione spaziale tra il nuovo edificio e quello adiacente di via

Collegio dei Dottori; caratterizzazione dell’intervento con la memoria della tradizione cittadina tramite

la realizzazione di un impianto compositivo che si ispiri al modello della domus romana.

 

 

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Esempio storico della casa a corte e nuovo progetto

 

 

Lo stato di fatto: l’area oggetto del concorso costituisce una porzione di isolato che si attesta su via

Bonanomi, dove sono ubicati gli accessi e confina con l’edificio di proprietà comunale adibito attualmente

a funzioni pubbliche. L’importanza strategica dell’area e le conseguenze progettuali che ne derivano è 

data dal fatto che essa si trova nel cuore della città murata, proprio sull’asse del castrum costituito da

via del Pero, nella sede dell’attuale via Praetoria. L’area è attualmente occupata da un fatiscente immobile

costruito intorno agli anni ’40 in stile neorazionalista. Le precarie condizioni in cui versa, unite all’abbandono

funzionale, contribuiscono ad alimentare una situazione di evidente degrado urbanistico. La struttura

morfologia del tessuto in cui si colloca l’area ha mantenuto nel tempo il suo impianto a scacchiera di origine

castrense e persino la tipologia edilizia della casa a corte, derivante direttamente dallo schema della

della domus romana ne sono testimonianza i numerosi vuoti interni, non immediatamente percepibili dalla

strada pubblica, antiche memorie di peristili classici. Anche le case che compongono la struttura sono

tuttora in rilevante percentuale di origine antica, benché quasi sempre intelaiate

in rigorose facciate ottocentesche.

 

 

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Prospetto su via Bonanomi ( prima soluzione e versione definitiva )

 

 

Il progetto: il progetto prevede l’abbattimento dell’edificio esistente e la ricostruzione ex nuovo della

corrispondente volumetria. Il nuovo edificio ricalca su via Bonanomi il suo perimetro, ricostruendo

il fronte stradale.  Sui restanti lati l’edificio si articola secondo proprie esigenze funzionali. Il modello

si ispira a quello antico della domus romana e della casa a corte successiva, con un articolarsi di spazi

che seguono la logica sequenza della strada pubblica conduce all’Atrio, al Tablino, al Peristilio. Gli accessi

sono ubicati su via Bonanomi: uno centrale, che conduce all’Atrio e, due laterali, a sinistra quello

di servizio, a destra l’accesso carraio. L’edificio si compone di due piani oltre al piano attico, collegati

da due scale, una principale cui si affaccia l’ascensore e l’altra di servizio. La parte scoperta dell’area 

è caratterizzata dal Peristilio, parzialmente porticato, dal teatro e dallo spazio adibito a parcheggio.

La interconnessione tra il nuovo edificio e quello confinante ad uso pubblico, avviene tramite gli spazi del

 Teatro, il cui palcoscenico è situato allo stesso livello degli ambienti posti al piano terreno dell’immobile

sopra citato e la sequenza di rampe pedonali ubicate in adiacenza allo spazio riservato a parcheggio.

L’insieme di questi spazi rappresenta la parte pubblica dell’edificio in quanto essi collegano l’esterno

con l’interno. Sono fortemente caratterizzati architettonicamente e segnano lo stile dell’edificio.

 

 

 

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Progetto: prospetto  su Via Bonanomi ( prima versione )

 

   

 

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Vista assonometrica

 

 

 

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Progetto: particolare del Peristilio

 

 

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Piante e sezioni

 

 

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Il nuovo prospetto su Via Bonanomi ( versione definitiva )

 

 

 

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Rodolfo Pilari Gonzaga, progetto per Piazza Matteotti, 1995

 

 

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Cartografia storica della zona

 

Lo stato di fatto: lo stato di fatto evidenzia la forma allungata di piazza Matteotti. La parte porticata,

comprendente anche largo Martiri della Libertà, rappresenta il nucleo storico il quale, attraverso

modificazioni successive, trova il suo definitivo compimento nella forma attuale intorno alla metà del

‘700. Successivamente lo spazio si dilata verso ovest, ma gli edifici perimetrali perdono di coesione,

fino a che interventi recenti, non coerenti con l’impianto originario, hanno contribuito alla

disgregazione dell’invaso. I lavori degli anni ’70, se da una parte hanno portato a un miglioramento

per quanto concerne la realizzazione del traffico veicolare e l’attenzione prestata allo arredo urbano,

non hanno affrontato e risolto il problema di fondo e, cioè il rapporto tra lo spazio e

lo spazio e gli edifici che lo definiscono.

 

 

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Disegni dal vero della città

 

Il progetto: partendo dal presupposto che, al di là di ogni ornamento e decoro, la condizione primaria

affinchè una piazza possa definirsi tale è la rigorosa chiusura del suo spazio, il progetto afferma tale

principio e cioè di piazza come spazio chiuso circondato da edifici, che fonda le proprie radici

teoriche nella tradizione storica ( il Foro antico e la sua rigorosa chiusura, le piazze italiane

medioevali e rinascimentali ). La riorganizzazione di questo importante luogo pubblico assume

un significato di grande importanza civile. Le piazze, fin dai tempi antichi, hanno costituito per ogni

città un imperativo vitale, il luogo dove si è svolta gran parte della vita pubblica che oggi, al contrario,

viene relegata in ambienti chiusi. Sempre più spesso le piazze della città moderna si riducono

ad uno slargo informe, una semplice pausa funzionale nell’edificato urbano.

Piazza Matteotti, allo stato di fatto, è rappresentativa in parte di queste carenze. Con le modifiche

avvenute nel corso degli anni si è perduta irrimediabilmente quella dimensione spaziale così ben

evidenziata nella cartografia storica. Questa ultima è il modello stilistico di riferimento. Il progetto

si rifà pertanto ad una idea di restauro globale che tiene conto della storia del luogo, della sua

morfologia e delle caratteristiche degli edifici esistenti. Sono questi i principi del progetto,

teso al conseguimento di un risultato che spero riunisca in sé comodità e bellezza.

 

 

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Morfologia della struttura urbana

 

 

 

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Planimetria generale con le nuove architetture

 

 

 

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Planimetria di Piazza Matteotti con in evidenza la Loggia e la Porta di accesso

 

 

 

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Vista prospettica della rinnovata Piazza Matteotti

 

 

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Pianta e prospetti della Loggia

 

 

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Prospetti laterali della Loggia

 

 

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Vista generale di Piazza Matteotti

 

 

 

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Rodolfo Pilari Soresina, progetto per Piazza Garibaldi 2000

 

 

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Piazza Garibaldi 1916

 

Premessa: il progetto sviluppa ed approfondisce i temi proposti. Coinvolge tutta l’area

indicata, ma si sviluppa con maggior forza sui punti focali della stessa e cioè Piazza Garibaldi

e i Giardini Pubblici, fino al conseguimento di un risultato formale che modifica sostanzialmente

l’impianto originario. Il perfezionamento dello spazio esistente è ottenuto attraverso interventi

diversificati che definiscono il rinnovato cuore urbano. La pedonalizzazione con la messa a dimora

di alberi ad alto fusto, della via Guglielmo Marconi, i quali insieme agli edifici pubblici esistenti

adiacenti e a quelli di nuova edificazione ( Loggia, attrezzature ricettive, ecc. ) determinano il centro

della vita sociale e culturale di Barlassina. Per quanto riguarda lo stile e il modello di riferimento adottato,

il progetto tiene conto della storia del luogo, della sua morfologia e delle caratteristiche degli edifici

esistenti attraverso un processo di mimesi e di riproduzione del modello.

 

 

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Disegni dal vero della città

 

Piazza Garibaldi: Sempre più spesso le piazze della città moderna si riducono ad uno slargo informe,

una semplice pausa funzionale nell’edificato urbano. La chiusura rigorosa del suo spazio, il decoro

degli edifici che la definiscono, la forma e la dimensione in relazione della stessa in relazione a

questi ultimi sono regole antiche, riscontrabili ovunque nelle nostre città storiche. Piazza Garibaldi,

attualmente è carente sotto questo punto di vista. Con le modifiche avvenute alla fine del secolo scorso

( demolizione della chiesa di Sant’Antonio, allargamento di Via Genala e conseguente incremento del

traffico veicolare ) si è perduta immediatamente quella dimensione spaziale iniziale così ben

evidenziata nelle stampe d’epoca. Le varie parti che la compongono male si relazionano tra loro, gli

stessi edifici che vi si affacciano vivono separati, isolati a causa del traffico da quel rapporto naturale

e antico che dovrebbe unire spazio ed edifici. Il progetto prevede la completa pedonalizzazione di

Via Guglielmo Marconi ( lo spazio della piazza si allarga fino a coinvolgere l’attuale sede stradale,

mentre l’uso delle vetture è consentito soltanto ai residenti e per funzioni di servizio ); propone un

nuovo corpo di fabbrica ( loggia coperta con funzioni pubbliche ed integrative a quelle della loggia

del mercato dei bozzoli ) che ridisegna contraendo lo spazio i confini di Piazza Garibaldi, isola il

traffico di via Genala e si pone come nuovo punto focale prospettico; rimuove la pavimentazione

esistente in luogo di una in pietra con lastre disposte in diagonale all’interno di una maglia quadrata

che riprende il modulo della nuova loggia coperta; colloca il monumento a Garibaldi al centro

della nuova pavimentazione

 

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Piazza Garibaldi con sullo sfondo la nuova loggia

 

Giardini Pubblici: le mutate condizioni economiche e sociali che hanno segnato questo secolo hanno

portato al lento ma inesorabile declino delle attività produttive legate alle filande. Una di queste, la

Filanda Guerin & Files, la più importante per dimensioni, ha caratterizzato per moltissimi anni un

importante nodo di collegamento della Piazza Maggiore con la Contrada del Teatro ( oggi Via Zucchi

Falcini ), lungo la Via degli Uffici ( oggi Via Guglielmo Marconi ). Gli attuali Giardini Pubblici sorsero

alla fine del secolo in seguito all’ampliamento del Palazzo Comunale ed alla demolizione del grande

corpo di fabbrica della suddetta filanda. L’attuale degrado che caratterizza questo importante spazio

pubblico è legato soprattutto alla mancanza di collegamento con Piazza Garibaldi e all’assenza di attività

collaterali che integrino quelle legate strettamente alla sosta ed allo svago. Il progetto si propone di creare

un maggior legame sia con Piazza Garibaldi che con l’Edificio Comunale adiacente. Ciò è ottenuto con

la pedonalizzazione e la messa a dimora di alberature su Via Guglielmo Marconi; con la riorganizzazione

globale dello spazio verde, fino alla definizione di una sorta di orto concluso assiale ed omogeneo con

il Palazzo Comunale; con la individuazione di un nuovo corpo di fabbrica ( struttura ricettiva legata

al turismo e alla cultura, con sale per uffici, mostre ed attività didattiche ). Questa costruzione riprende

e riproduce formalmente il primo del Palazzo Comunale ( altezza, ritmo, aperture, colore, finiture ecc. )

e insieme alla Torre della Meridiana e al Gazebo definisce in modo preciso il perimetro del rinnovato

giardino; con il ripristino delle aiuole, dei percorsi pedonali, dei cordonati, secondo il nuovo disegno,

pur mantenendo le attuali alberature e i confini esistenti. Il nuovo disegno presenta un impianto

geometrico con i percorsi che individuano quattro settori di verde ed al centro la fontana esistente.

Per quanto riguarda i materiali, viene utilizzato il porfido disposto ad archi contrastanti.

 

 

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Planimetria generale del progetto di Piazza Garibaldi e dei Giardini Pubblici

 

 

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Immagini del progetto: Piazza Garibaldi, Via G. Marconi e i Giardini Pubblici

 

 

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Disegni dal vero della città

 

 

 

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Nuova Piazza Garibaldi

 

 

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Nuova piazza Garibaldi

 

 

 

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Loggia vista sulla Piazza Garibaldi

 

 

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Loggia prospetto su via Genale

 

 

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Prospetti laterali

 

 

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Nuovo progetto dei Giardini Pubblici

 

 

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Struttura Ricettiva

 

 

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Torre della Meridiana

 

 

 

 

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Rodolfo Pilari Canzo progetto del nuovo Municipio in Palazzo Tentorio 1997

 

 

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Cartografia storica della zona

 

Obiettivi del progetto: il progetto si propone il conseguimento dei seguenti obiettivi: la realizzazione

di un Centro Civico che riunisca in sè caratteristiche di funzionalità e qualità architettoniche; integrazione

urbana ed ambientale con particolare attenzione all’edificio storico preesistente ( Palazzo Tentorio ) e agli

spazi pubblici di relazione; integrazione ed interconnessione spaziale tra la rinnovata struttura e gli attuali

edifici comunali; caratterizzazione dell’intervento con la memoria della tradizione storica, in modo tale

che lo stile del nuovo manufatto si leghi in modo armonico con la “forma” di Palazzo Tentorio.

 

 

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Immagine attuale di Palazzo Tentorio

 

 

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Immagine storica

 

 

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Progetto del nuovo prospetto di Palazzo Tentorio

 

 

Lo stato di fatto: l’area oggetto del progetto è posta in fregio a via Mazzini ed occupata attualmente,

oltre a Palazzo Tentorio, da un’ala perpendicolare al palazzo stesso. Questa, realizzata in epoca

successiva, ne ostacola in parte la lettura del fronte tergale ed in particolare del portico posto al

piano terreno. L’Amministrazione comunale, nell’ambito di un ridisegno complessione propone la

demolizione. L’importanza strategica dell’area e le conseguenze progettuali che ne derivano è data

dal fatto che, oltre  all’edificio prestigioso che la occupa, essa è posta in posizione baricentrica tra

una serie di altri edifici pubblici di grande interesse, che costituiscono le emergenze di Canzo ( la

basilica di Santo Stefano, la Biblioteca comunale, la Casa di Riposo Don Pozzoli, Villa Barni ed

il Teatro Sociale ).e altrettanti spazi pubblici: la piazza della Chiesa, Piazza Garibaldi, il parco

comunale ex Barni. Il progetto deve quindi tener conto di questa complessa realtà, tendere ad un

disegno unitario che leghi insieme spazi ed edifici, emergenze architettoniche e struttura

urbana. Lo stato attuale mostra una situazione di evidente degrado. La struttura morfologica del

tessuto edilizio in cui si colloca l’intervento è caratterizzata da edifici, soprattutto in quelli di

maggior prestigio, da uno stile classico di derivazione milanese e comense.

 

 

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Immagini dello stato di fatto

 

Scelte progettuali e stilistiche:Palazzo Tentorio è stato il modello stilistico di riferimento che ha

orientato le nuove scelte formali: la volontà di creare una continuità di linguaggio tra esistente e

nuove proposte; la definizione di un linguaggio che si ispirasse alla tradizione classica da cui

Palazzo Tentorio deriva; l’uso costante degli elementi di base del linguaggio classico come le

modanature che segnano e scandiscono i vari livelli del nuovo impianto; l’uso degli elementi formali

salienti che definiscono tale modello, come la Loggia, l’Atrio, il Peristilio, i Portici, tutti impiegati

nella definizione degli spazi di relazione nel nuovo progetto. Questa scelta di conservazione

come memoria storica si evidenzia anche nella sistemazione  urbanistica, nel disegno degli spazi

esterni, nella nuova ricollocazione dei monumenti, nonché nella scelta dei materiali e delle

tecniche costruttive impiegate.

 

 

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Prospetto laterale con sullo sfondo la scalinata su Via Giuseppe Mazzini

 

Il progetto urbanistico:il progetto urbanistico tende, attraverso un sistema coordinato di

interventi, a creare un disegno unitario in cui edifici, spazi e relazione tra di essi trovino un giusto

equilibrio ed una adeguata correlazione. Ciò è ottenuto con la completa pedonalizzazione  di

Piazza Garibaldi ad esclusione dello scorrimento veicolare lungo Via Mazzini ( Questo importante

spazio prospiciente il Teatro diventerà il ritrovato cuore urbano di Canzo ) e alla previsione di

una fitta rete di percorsi pedonali che da Piazza Garibaldi, attraverso il nuovo giardino e gli

ambiti cortilizi esistenti, opportunamente aperti al pubblico, colleghi il nuovo Centro Civico con

tutti gli altri luoghi di interesse collettivo.

 

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Il progetto urbanistico

 

Il progetto architettonico:il progetto architettonico ha lo scopo di realizzare il nuovo Centro Civico

di Canzo. Le preesistenze architettoniche con le quali il nuovo intervento dovrà integrarsi sono:

Palazzo Tentorio, l’ala perpendicolare ad esso e l’edificio in fase di acquisizione. Il progetto

Prevede soluzioni diversificate per queste tre strutture: restauro conservativo con correzioni

stilistiche per Palazzo Tentorio; ristrutturazione edilizia per le altre due strutture. Tutte le funzioni

richieste sono ubicate ai vari livelli del rinnovato complesso.

 

Sistema costruttivo: il luogo strategico e ricco di storia in cui si colloca l’intervento impone criteri

costruttivi che, se pure applicati sul rifacimento ex nuovo, abbiano i requisiti ed il metodo del

restauro. I materiali, gli intonaci, i colori, la scelta delle modanature, esistono già negli edifici

che caratterizzano il tessuto di Canzo. Conseguentemente il nuovo cantiere si configurerà anche

come scuola per il recupero di tecniche divenute spesso obsolete, anche se facenti parte di un

patrimonio culturale importante cui attingere.

 

 

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Planimetria generale

 

 

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Planimetria con in evidenza l’ampliamento di Palazzo Tentorio

 

 

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Nuovo prospetto di Palazzo Tentorio

 

 

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Sezione

 

 

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Prospetto laterale

 

 

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Sezione

 

 

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Sezione

 

 

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Particolare del nuovo Porticato dello Stoà

 

 

 

 

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Dream when the day is thru,

dream and they might come true,

things never are as bad as they seem,

so dream, dream, dream.