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T O R N A D O



Cinque stanze in un appartamento

Ironia

Allegoria

Citazione




CUCINA

Il mistero della zucca

Tutto ha inizio con la negromanzia

la zucca è il teschio con il quale si evoca lo spirito

del defunto per ottenere risposta



SOGGIORNO

Cristo davanti a Caifa

da Gerrit van Honthorst, 1637



STUDIO

Topi di biblioteca

da Karl Spitzweg, 1850



CAMERA

Scienza e Carità

da Pablo Picasso, 1847



BAGNO

Il bagno di Capone

da Luis Jacques David, 1793



L’ UOMO CHE GUARDAVA PASSARE I TRENI

da Georges Simenon, L’uomo che guardava passare i treni

Per quarant’anni mi sono annoiato. Per quarant’anni ho guardato la vita

come quel poverello che col naso appiccicato alla vetrina di una pasticceria

guarda gli altri mangiare i dolci.



DOPPELGAENGER

da Fedor Dostoevskij, Il sosia

La sua condizione in quel momento rassomigliava alla condizione dell’uomo

ritto su un precipizio spaventoso, mentre la terra si apre sotto di lui e già frana,

già si muove, sussulta per l’ultima volta, crolla, lo trascina nell’abisso

e intanto l’infelice non ha né la forza né la fermezza d’animo di balzare indietro,

di distogliere gli occhi dal baratro spalancato; l’abisso lo attrae

ed egli finalmente vi si slancia,

affrettando egli stesso il momento della sua rovina.



L’ ANGELO DELLA LUCE

da Raffaele Carrieri, La giornata è finita

Ho un angelo che mi guarda, dietro la spalla stanca,

un angelo senza bilancia che non pesa la mia giornata.

Un angelo che mi condanna quando la rosa ferisco

quando fuggo la speranza quando batto la fronte sulla pietra

del disinganno quando inganno la morte con rondini di carta.

Un angelo che mi salva dietro la spalla stanca.



LA MASCHERA E IL VOLTO

da Marguerite Yourcenar, Memories of Hadrian

M’ importava assai poco che l’accordo ottenuto fosse esteriore, imposto,

probabilmente temporaneo; sapevo che il bene e il male sono una

questione di abitudine, che il temporaneo si prolunga,

che le cose esterne penetrano all’ interno e,

che la maschera, a lungo andare, diventa il volto.



CHIUDI GLI OCCHI E VEDI

da James Joyce, Ulisse

Ineluttabile modalità del visibile: se non altro questo,

pensiero attraverso gli occhi.

Segnatura di tutte le cose che io sono qui a leggere, uova di mare, piante di mare,

marea montante, rugginosa scarpa. Verde muco, argentazzurro, ruggine: colorati segni.

Limiti del diafano. Ma egli aggiunge: nei corpi. Dunque aveva coscienza di essi

in quanto corpi, prima che di essi in quanto colorati. Come?

Per averci sbattuto la zucca contro, non v’è dubbio. Andiamo piano

calvo era e milionario, maestro di color che sanno.

Limite del diafano in. Perché in? Diafano adiafano.

Se ci puoi far passare le dita è un cancello, altrimenti è una porta,

chiudi gli occhi e vedi.



TRA PASSATO E FUTURO

da Italo Svevo, La coscienza di Zeno

Quella prima visita io la ricordo come se l’avessi fatta ieri.

Era un pomeriggio fosco e freddo d’autunno e ricordo perfino

il sollievo che mi derivò dal liberarmi del soprabito nel tepore di quella casa.

Stavo proprio per arrivare in porto.

Ancora adesso sto ammirando…